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Carlo Memo per la pace

Con la sua tavolozza figlia del espressionismo astratto tipico del dopoguerra, nonché profondamente legata e ispirata alla natura della laguna veneziana, il "Diavolo" di Burano immerge l'occhio spettatore in un mondo nuovo, naturalmente poetico, in cui la libertà è la legge più valida, oltre ad essere la via più "colorata" per il raggiungimento della pace.

Carlo Memo

foto-ritratto Carlo Memo

Nato a Venezia  nel 1941, espone dal 1960 in Italia e in Giappone.

Figura chiave della pittura contemporanea Veneziana, Carlo Memo è stato anche il protagonista di una filmografia analitica e potente che lo utilizza come chiave di lettura per comprendere la città di Venezia: Carlo Memo (1978, regia di Christian Richert), Diavolo' 94 (1994, regia di Matteo Bellinelli), nonché l'evocativo documentario Sei Venezia (2010, regia di Carlo Mazzacurati)

Carlo Memo ha sempre vissuto in virtù di una irrinunciabile idea di "libertà" che lo ha collocato al di fuori del sistema dei grandi galleristi. Una realtà di ousider  che lo ha spinto a rifiutare una propria celebrazione personale, così come una collaborazione con altri importanti artisti: «No, non me la sento proprio - chiarisce l'artista - chi cerca le mie opere lo fa perché mi conosce, nella vita ho patito anche la fame, certo, ma sono sempre stato libero».

Attualmente vive a Burano e quando non viaggia sulle acque della sua laguna alla ricerca di pesce o d'ispirazioni, Carlo Memo ospita a casa sua chiunque ricerchi lui o le sue opere.

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